Nell’ottavo secolo col declino dei Longobardi e l'arrivo dei Franchi, l'ampia zona di Custodia vide un rifiorire dell'economia con una rinascita di molti centri minori, fino a poco prima di scarso rilievo o assenti, come si rileva dai documenti delle istituzioni monacali del periodo (A. Morsoletto in Costozza p. 191). Lo smembramento dei terreni diede origine attraverso la costituzione di curtes  a una fonte di ricchezza, a un volano traente l'intera economia della zona e Secula e Costozza erano annoverate tra i beni dei conventi di San Salvatore di Brescia e dell’abbazia di Nonantola.

Nella sua descrizione del territorio vicentino il Maccà narra che poco dopo il 1188 alcuni fuoriusciti vicentini, criminali e fuorilegge, avevano compiuto numerose rapine nelle zone sotto la sovranità di Padova, ma adiacenti Montegalda, presidio tenuto da Vicenza, ove avevano trovato rifugio, con grande tolleranza delle loro azioni nefande. Gli euganei mandarono diverse lettere al governo della città berica per manifestare la loro rimostranza, ma non ricevettero giustificazioni soddisfacenti.

La Specola di Costozza, posta al vertice del colle Serraglio, ove l'orizzonte si allarga sulla parte orientale di pianura da monte Berico fino agli Euganei, consente di apprezzare facilmente il profilo di una vicina Padova e dei paesi adiacenti.
Le secolari battaglie tra vicentini e padovani si svolsero spesso in questa porzione di territorio, teatro di lunghe e feroci contese, tanto da far dire a Dante che il sangue dei combattenti colorava le paludi formate dal Bacchiglione.

In questi mesi di imposta clausura ci siamo accorti in modo tangibile di quanto fino a oggi abbiamo goduto appieno della vita libera e autonoma senza limitazioni, che mai avremmo pensato di perdere, anche temporaneamente. I nostri comportamenti interpersonali e sociali sono cambiati drammaticamente ma, sia pure a malincuore, abbiamo dovuto accettare il fatto che solo riducendo la nostra libertà saremmo riusciti ad avere la meglio sulla pandemia.